CAMPOSANTO MONUMENTALE DI PISA – RESTAURO AFFRESCHI STACCATI

Autore: Taddeo Gaddi

Titolo: "Giobbe ricco elemosiniere"

Scena n°: 22

Divisa in: sezioni 3 ( A22S1 – A22S2 – A22S3) +2 bordi superiori (22a - 22b)

Stato di conservazione:

Il frammento di bordo superiore, un rifacimento del XVIII secolo, è rimasto sul muro superstite dalla campagna di strappi postbellica. La superficie è completamente annerita, per effetto dell’incendio subito, è possibile solo intravedere quanto vi sia dipinto. L’intonaco presenta qualche localizzato sollevamento con sfarinamento di una malta povera di calce, sono ancora presenti scollamenti dell’intonaco dall’arriccio e di questo dalla struttura muraria, nel complesso si direbbe che le condizioni di conservazione sono di discreto livello. La superficie pittorica è realizzata a buon fresco è generalmente ben conservata e resistente. Si è deciso di staccare il frammento perché altrimenti destinato ad essere coperto dal supporto di vetroresina della scena che sarà ricollocata nel suo luogo d’origine, con il frammento di bordo ricongiunto alla scena.

Bordo b ( 22b)

La descrizione dello stato di conservazione della sezione in oggetto, coincide con quanto detto sopra.

Fase 1 "Preparazione al distacco dal muro":

  1. Pulitura della superficie pittorica:
  2. E’ stata applicata una compressa di carbonato d’ammonio in sepiolite, rimosso l’impacco si è proceduto ad un blando massaggio della superficie con un pennello morbido, seguito da accurato risciacquo.

  3. Fissatura del colore e della superficie del dipinto:

Prima della pulitura è stata eseguita una fissatura dei sollevamenti e degli sfarinamenti del film pittorico e dell’intonaco. L’intera superficie è stata fissata con caseato d’ammonio 1:9 fino a renderla omogeneamente assorbente. L’operazione è finalizzata ad impedire assorbimenti di colla animale all’interno dell’intonaco.

Fase 2 " Intelaggio con colla animale e distacco dal muro"

  1. Intelaggio:

  • Si fa rigonfiare la colla (gelatina tecnica) in acqua, la si scioglie a caldo in bagnomaria e se ne applica una prima stesura a diretto contatto con la superficie dell’affresco

  • Si applica una prima tela (velatino) sulla superficie facendo uso di un pennello e facendo attenzione che non restino bolle d’aria e/o grinze fra la superficie pittorica e la tela che dovrà aderire perfettamente anche in tutte le asperità della superficie.
  • Si diluisce la colla, almeno del 50%, con acqua calda e si applica una seconda tela sempre di velatino e con le stesse modalità ed attenzioni usate per la prima tela applicata.
  • Con la stessa colla diluita si applica una terza tela di cotone di maggiore consistenza e resistenza del velatino.

  1. Distacco:

Come noto la tecnica dello strappo si basa sulla cedevolezza degli strati interni dell’intonaco, normalmente meno carbonatati e più friabili di quelli esterni ben induriti per il contatto con l’atmosfera, la colla apposta sulla superficie contraendosi separa la superficie dura ed esterna dagli strati interni più friabili, nel nostro caso per facilitare il processo ed asportare la maggiore quantità di intonaco possibile, abbiamo percosso la superficie affrescata con martelli dalla testa arrotondata, come quelli usati dai calzolai e dai carrozzieri, la percussione è stata blanda ma insistita fino a che gli strati più interni dell’intonaco non si sono sbriciolati e la superficie pittorica e quasi tutto lo spessore dell’intonaco sono stati staccati. In realtà si è fatto uno stacco e non uno strappo dell’affresco e si è asportato tutto l’intonaco.

Fase 3 " Rimozione degli eccessi di intonaco, rimasti sul dietro, e loro livellamento "

Come sopra specificato, sul retro dell’affresco è rimasto tutto l’intonaco. Non essendo possibile riuscire a fissare bene tutto lo spessore e far penetrare il fissativo fino a raggiungere il retro della pellicola pittorica per garantirne la sua buona tenuta; è stato necessario assottigliare lo strato dell’intonaco fino a portarlo ad uno spessore di circa tre millimetri, per fare questo si sono usati mezzi ed attrezzi da taglio o abrasivi fino a che il retro del dipinto, ben livellato, non risultava dello spessore desiderato, dove questo era mancante lo si è integrato con una malta stucco composta dagli stessi inerti, già asportati dall’affresco e impastati con resina acrilica elvacite come quella che sarà usata per l’intelaggio definitivo.

Fase 4 " Intelaggio definitivo "

Una volta preparato il retro dell’affresco si procede come segue:

  • si prepara la resina con 7 kg di 2044 + 4 kg di 2046 sciolti in 30 Lit. di diluente nitro che è la resina base per preparare il fissativo o la pasta d’intelaggio o tutte le applicazioni che saranno realizzate con questa resina.
  • Si prepara il liquido per fissare il retro dell’affresco, prendendo la resina ed allungandola nelle seguenti proporzioni; una parte di resina su tre parti di diluente nitro.
  • Si applica a pennello il fissativo avendo cura di farlo penetrare e saturare tutta la superficie in modo uniforme per i diversi spessori.
  • Si prepara la pasta d’intelaggio con le seguenti proporzioni: 16 litri di elvacite 6 litri di carbonato di calcio 200 cc di ossido di titanio. Realizzando così una pasta ben pennellabile e di densità sufficiente a coprire uniformemente la superficie da trattare.
  • Si applica una prima mano di pasta bianca dell’intelaggio.
  • A completo essiccamento della precedente stesura si applica una prima tela di velatino, sempre con quelle modalità ed attenzioni già descritte per gli altri intelaggi.
  • Essiccato il precedente intervento si procede ad applicare la seconda tela.

Fase 5 " Svelatura della colla "

  • si è provveduto ad ammollare la colla animale con acqua, fino a completo rigonfiamento.
  • Si è tolta la prima tela (velatino) con applicazioni di vapore acqueo che discioglie la colla favorendo l’allontanamento della tela senza esercitare alcuna trazione.
  • Successivamente si è nuovamente ammollata la colla eliminando la seconda tela, sempre con applicazioni di vapore acqueo fino alla completa asportazione della tela.

Lo stesso procedimento è stato utilizzato per la rimozione della tela a contatto con la superficie pittorica, asportando anche tutta la colla che è stata assorbita con una spugna. La superficie è stata abbondantemente risciacquata con acqua e getti di vapore.

Fase 11 " Pulitura finale "

La pulitura finale, salvo diverse e straordinarie esigenze, si esegue applicando a pennello sulla superficie, una miscela di ammonio carbonato per accertarsi di aver rimosso tutto lo sporco residuo e tutti i resti di colle o fissativi impiegati durante la lavorazione.

" Applicazione sul nuovo supporto di una superficie di sacrificio da interporsi fra il vetroresina e l’affresco"

Prima di attaccare l’affresco sul nuovo supporto si è provveduto ad applicare, sulla sua superficie livellata e resa ruvida da una accurata scartavetratura, uno strato di sacrificio costituito da due tele di cotone, tipo velatino, attaccate con una pasta composta da vinavil e carbonato di calcio amorfo.

"Applicazione dell’affresco sul supporto di vetroresina"

Una volta ben essiccata la superficie di sacrificio, si è disegnata sul telaio una griglia con quadrati di dimensioni uguali a quelli predisposti sulle vecchie fotografie ortogonalizzate che costituiscono i punti di riferimento utili a posizionare gli affreschi nella collocazione originale. Dopo il restauro postbellico le scene erano state divise in sezioni che adesso saranno ricomposte su un unico supporto, per ciò si sono posizionate le varie sezioni secondo i punti di riferimento ed una ad una sono state prima ammorbidite con trattamenti del retrointelaggio con miscela di alcol etilico e diluente nitro, in parti uguali, fino a raggiungere la desiderata elasticità. Con pasta adesiva composta con vinavil e carbonato di calcio amorfo se ne è applicata una stesura, sia sul retro del dipinto, sia sul supporto, con l’aiuto di un rullo di gomma si è fatta uscire l’aria e l’eccesso di pasta adesiva rimasta fra il supporto e l’affresco che è così attaccato al supporto.