CAMPOSANTO MONUMENTALE DI PISA – RESTAURO AFFRESCHI STACCATI
Autore: Piero Di Puccio |
Titolo: "Creazione del Mondo " |
Scena n°: 28 |
Divisa in: sezioni: 8 (A28S1) (A28S2) (A28S2) (A28S3) (A28S4) (A28S5) (A28S6) (A28S7) (A28S8) |
Stato di conservazione: Questa scena è stata iniziata dalla Ditta Villard che ha lasciato le varie sezioni a livelli di lavoro diversi che puntualizzeremo via via che questa scheda evolverà. Quanto dico in questa fase è frutto di precedenti osservazioni fatte da me prima che la Ditta Villard iniziasse i lavori. L’affresco è offuscato da depositi di sporco e diffuse efflorescenze biancastre, sia da solfatazione, sia da essudazione della calce presente nel caseato di calcio costituente insieme alla tela il substrato del dipinto. Assai diffusi e generalizzati sfarinamenti e sollevamenti del film pittorico, dovuti alla abbondante presenza di resti della colla animale utilizzata per lo strappo postbellico,che continuando a contrarsi al variare delle condizioni climatiche continua a produrre strappi di superficie pittorica; altri tipi di sollevamento e sfarinamento del film pittorico sono causati dalla completa fatiscenza del caseato di substrato ormai incapace di trattenere la pittura. Diffusi ed evidenti i segni di uno strappo assai sofferto, con lacerazioni della superficie dovuti a rotture della tela di strappo, vaste mancanze di colore rimasto sul muro o sottilissimo. La superficie presenta anche innumerevoli pieghe e grinze più o meno grandi, quasi tutta la superficie presenta impressa sul film pittorico la trama della tela, in corrispondenza delle giunzioni fra i pannelli di eternit si sono formati strappi e lacerazioni della tela e della superficie dipinta a causa dei movimenti di dilatazione del legno che la superficie pittorica e la sottostante tela non hanno potuto assecondare. Si possono vedere anche diffuse formazioni di muffe che si manifestano in modo puntiforme su vaste porzioni della superficie, anche l’adesione all’eternit presenta qualche distacco di dimensioni variabili. Sono ben evidenti pesanti interventi di restauro pittorico mirante alla ricostruzione iconografica del dipinto andata perduta, sia durante l’incendio, sia per lo strappo mal realizzato. In ogni caso la superficie pittorica è tutta frantumata assumendo la caratteristica rugosità della buccia d’arancia, credo che questo fenomeno si sia causato al momento dell’intelaggio, apposto sul dietro, con il caseato di calcio, o meglio all’umidità che questo ha apportato facendo rigonfiare la colla e causando la frantumazione del sottile film pittorico rimasto in mezzo a due strati di colla bagnati ed incoerenti che al momento di essiccarsi si sono contratti in modo diverso attirandosi il sottile film pittorico. La rugosità così determinatasi ha cambiato l’indice di rifrazione della luce modificando la leggibilità della pittura. |
Sezione n° 2 Questa sezione della scena era stata lasciata, dalla Ditta Villard, pronta per ricevere l’intelaggio a resina acrilica da apporsi sulla superficie del dipinto. L’affresco fra il momento della sospensione dei lavori al momento della ripresa era stato lasciato libero e per effetto delle variazioni climatiche aveva subito forti ritiri e contrazioni che lo avevano fortemente deformato, per questo motivo prima di rimetterlo in lavorazione è stato necessario apporvi delle fasce perimetrali di tela, attaccate con caseato sul dietro e successivamente tensionarlo, inumidendolo, su telaio interinale estendibile d’alluminio, fino a recuperarne la planarità. Unitamente alle fasi di preparazione per metterlo sul telaio interinale sono state fatte anche operazioni di pulitura della superficie pittorica per accertarsi che non vi fossero resti di sporco o fissativi che potessero impedire una buona presa dell’intelaggio a resina acrilica. In particolare sono stati fatti degli impacchi con cotone idrofilo e gluconato di sodio seguiti da risciacqui con acqua e getti di vapore acqueo. |
Fase 2a " 1° tensionamento su telaio interinale di alluminio " Prima di ogni altra operazione era necessario restituire planarità alla superficie pittorica per cui sul perimetro del dipinto sono state applicate, sempre con caseina, delle strisce di tela velatino che hanno consentito di tensionare l’affresco su un telaio di allumino estensibile riportandolo alla sua planarità |
Fase 7 " Intelaggio interinale con resina sul davanti " Accertato che la superficie pittorica sia stata liberata dalla presenza di sostanze organiche soggette a rigonfiamento, patine instabili o pellicole di sostanze che possono impedire un buon aggancio sulla superficie pittorica dell’intelaggio protettivo da eseguirsi con resina acrilica (Primal AC 33 ) propedeutico all’eliminazione della caseina dal retro dell’affresco. L’applicazione dell’intelaggio avviene con le seguenti modalità:
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Fase 7a " 2° tensionamento su telaio interinale di alluminio " Sul perimetro del dipinto sono state applicate, sempre con Primal AC 33, delle strisce di tela velatino che hanno consentito di tensionare l’affresco su un telaio di allumino. |
Fase 8 " Rimozione della caseina dal retro " Questa operazione avviene per applicazione di prodotti a base acquosa che dissolvono la caseina, per questo motivo si è reso necessario assicurare la pellicola pittorica su un’intelaggio realizzato con resina acrilica, insensibile all’acqua. Normalmente la caseina viene rimossa con le seguenti applicazioni:
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Fase 9 " Intelaggio definitivo " Una volta eliminata tutta la caseina dal retro dell’affresco si procede come segue:
L’esigenza di far essiccare ogni stesura prima di procedere con la successiva nasce dal fatto che l’affresco è ancorato su un intelaggio applicato con una resina acrilica, sensibile al diluente nitro, per ciò è bene che il diluente presente nella pasta d’intelaggio non abbia modo di andare a interferire, rigenerandolo, con l’intelaggio a Primal. |
Fase 10 " Rimozione intelaggio interinale dal davanti " Per sciogliere il Primal, utilizzato per l’intelaggio, senza interferire con il retrointelaggio dell’affresco, quello su cui il dipinto è e deve restare definitivamente, si utilizza l’alcool etilico che non ha capacità solventi nei confronto dell’elvacite. Le modalità applicative sono le seguenti:
le applicazioni saranno ripetute (almeno fino a quattro volte) fino a completa eliminazione della resina acrilica sulla superficie pittorica. |
Fase 11 " Pulitura finale " La pulitura finale, salvo diverse e straordinarie esigenze, si esegue applicando a pennello sulla superficie, una miscela di ammonio carbonato e alcool etilico per eliminare i residui di resina acrilica e di sporco sopravvissuti alle precedenti puliture. |
Fase 11a " 4° tensionamento su telaio interinale di legno " I bordi di tela avanzati perimetralmente all’affresco sono stati fissati ad un telaio in legno che dovrà tenerlo fino al momento della riapplicazione sul supporto definitivo. |
" Applicazione sul nuovo supporto di vetroresina di una superficie di sacrificio da interporsi fra il vetroresina e l’affresco" Prima di attaccare l’affresco sul nuovo supporto si è provveduto ad applicare, sulla sua superficie livellata e resa ruvida da una accurata scartavetratura, uno strato di sacrificio costituito da due tele di cotone, tipo velatino, attaccate con una pasta composta da vinavil e carbonato di calcio amorfo. |
"Applicazione dell’affresco sul supporto di vetroresina" Una volta ben essiccata la superficie di sacrificio, si è disegnata sul telaio una griglia con quadrati di dimensioni uguali a quelli predisposti sulle vecchie fotografie ortogonalizzate che costituiscono i punti di riferimento utili a posizionare gli affreschi nella collocazione originale. Dopo il restauro postbellico le scene erano state divise in sezioni che adesso saranno ricomposte su un unico supporto, per ciò si sono posizionate le varie sezioni secondo i punti di riferimento ed una ad una sono state prima ammorbidite con trattamenti del retrointelaggio con miscela di alcol etilico e diluente nitro, in parti uguali, fino a raggiungere la desiderata elasticità. Con pasta adesiva composta con vinavil e carbonato di calcio amorfo se ne è applicata una stesura, sia sul retro del dipinto, sia sul supporto, con l’aiuto di un rullo di gomma si è fatta uscire l’aria e l’eccesso di pasta adesiva rimasta fra il supporto e l’affresco che è così attaccato al supporto. |