CAMPOSANTO MONUMENTALE DI PISA – RESTAURO AFFRESCHI STACCATI
Autore: Taddeo Gaddi |
Titolo: "Giobbe recupera i beni " |
Scena n°: 27 |
Divisa in: sezioni 1 (A27S1) |
Stato di conservazione: L’affresco o meglio il frammento, è coperto dalle solite efflorescenze biancastre (solfato di calcio) e depositi di sporco, si notano solo pochi sollevamenti di colore in corrispondenza dei residui di colla animale, quella utilizzata per lo strappo postbellico, che nel tempo hanno prodotto piccoli strappi, non ci sono sfarinamenti del film pittorico. La superficie è ben conservata, sottilissima ma ben aderente e salda al substrato, realizzato con tela e vinavil. Ci sono diffuse zone dove la pellicola pittorica sottilissima per uno strappo non perfetto è quasi trasparente, in queste zone si sono avuti degli imbrunimenti del substrato; ben conosciuta caratteristica del Vinavil che a contatto con la luce scurisce fino a raggiungere un colore grigio intenso. In questi casi la superficie dipinta, o meglio il pigmento non è più visibile o distinguibile, si vedono solo macchie grigiastre. A parte questo degrado si direbbe che la resina abbia ben conservato il dipinto, almeno come resistenza e consistenza non ci sono stati cedimenti e degrado fisico del materiale e soprattutto non è fuoriuscita la patina bianca dovuta alla calce come è stato per gli affreschi della solita serie fatti con il caseato di calcio, direi che anche il solito ingiallimento, caratteristico della caseina, in questo caso è molto contenuto o assente, come è assente la caratteristica deformazione della superficie a buccia d’arancia che contraddistingue tutti gli affreschi strappati dal Camposanto e trasportati sul caseato di calcio. Anche in questa scena sono frequenti gli interventi di restauro pittorico ricostruttivo. |
Sezione n° A27S1 - Frammento La descrizione dello stato di conservazione della sezione in oggetto, coincide con quanto detto nella descrizione generale della intera scena. |
Fase 1 "Preparazione al distacco dal supporto di Eternit":
E’ stata applicata una compressa di cotone idrofilo e miscela di carbonato d’ammonio e bicarbonato di sodio, rimosso l’impacco si è proceduto ad un blando massaggio della superficie con un pennello morbido, e ad applicazioni di getti di vapore acqueo seguiti da accurato risciacquo. L’intera superficie è stata fissata con caseato d’ammonio 1:10, fino a renderla omogeneamente assorbente per evitare possibili infiltrazioni della colla animale all’interno dei residui di intonaco. |
N. B. I colori che potevano corrispondere ad azzurrite e/o modificazioni di questa (malachite, paratacamite e tenorite) sono stati isolati dal resto della pittura e trattati a parte con prodotti che non ne alterassero la natura. Come noto l’azzurrite contiene grandi quantità di rame che può alterarsi con alcuni reagenti chimici. |
Fase 1a "Rimozione delle patine" Dove possibile, compatibilmente con la resistenza della superficie pittorica, si sono applicati: miste di bicarbonato di sodio e bicarbonato d’ammonio, gluconato di sodio e/o EDTA. |
Fase 1b "Rimozione delle colle insolubili" Per quanto possibile in questa prima fase delle operazioni, si sono fatte applicazioni di ammonio carbonato e butossietanolo seguite da vaporizzazioni. |
Fase 2 " Intelaggio con colla animale e distacco dal supporto in eternit o altro supporto"
Trattandosi di affresco retrointelato a vinavil ed incollato al supporto con la stessa resina non è possibile utilizzare la normale procedura di distacco, nel caso specifico si è applicata, a contatto con l’eternit, sul retro del supporto, una compressa di cotone idrofilo con alcool benzilico. Lasciata in opera per sette giorni, tempo utile al solvente per filtrare attraverso all’eternit, notoriamente impermeabile, ed ammorbidire e rigenerare il vinavil fino a consentire lo stacco dal supporto, rimossa la compressa si è girato l’affresco e con un rullo metallico di circa 6 centimetri di diametro si è distaccato l’affresco dal supporto di eternit. |
Fase 3 " Svelatura della colla " Questa operazione, diversamente dalla procedura standard, è stata eseguita dopo il retrointelaggio definitivo. |
Fase 4 " Rimozione del vinavil dal retro " Al momento del distacco dell’affresco dal supporto era stato possibile rimuovere anche le tele dell’intelaggio.
Si è applicata una compressa con cotone idrofilo e diluente nitro fino a completa rigenerazione della resina che ha così permesso di rimuovere i resti della pasta adesiva con l’aiuto di bisturi e morbide spazzole di setola, il tutto seguito da abbondante risciacquo con diluente nitro. Per essere sicuri di aver rimosso tutto il vinavil si è applicata una nuova compressa come quella precedente, e praticato un accurato risciacquo con il diluente nitro massaggiato con un pennello e riassorbito con cotone idrofilo. |
Fase 5 " Intelaggio definitivo " Una volta eliminato tutto il vinavil dal retro dell’affresco si procede come segue:
Essiccato il precedente intervento si procede ad applicare la seconda tela. |
Fase 6 " Pulitura finale " La pulitura finale, salvo diverse e straordinarie esigenze, si esegue applicando a pennello sulla superficie, una miscela di ammonio carbonato per eliminare i residui di sporco e/o fissativi sopravvissuti dalle precedenti puliture. |
" Applicazione sul nuovo supporto di una superficie di sacrificio da interporsi fra il vetroresina e l’affresco" Prima di attaccare l’affresco sul nuovo supporto si è provveduto ad applicare, sulla sua superficie livellata e resa ruvida da una accurata scartavetratura, uno strato di sacrificio costituito da due tele di cotone, tipo velatino, attaccate con una pasta composta da vinavil e carbonato di calcio amorfo. |
"Applicazione dell’affresco sul supporto di vetroresina" Una volta ben essiccata la superficie di sacrificio, si è disegnata sul telaio una griglia con quadrati di dimensioni uguali a quelli predisposti sulle vecchie fotografie ortogonalizzate che costituiscono i punti di riferimento utili a posizionare gli affreschi nella collocazione originale. Dopo il restauro postbellico le scene erano state divise in sezioni che adesso saranno ricomposte su un unico supporto, per ciò si sono posizionate le varie sezioni secondo i punti di riferimento ed una ad una sono state prima ammorbidite con trattamenti del retrointelaggio con miscela di alcol etilico e diluente nitro, in parti uguali, fino a raggiungere la desiderata elasticità. Con pasta adesiva composta con vinavil e carbonato di calcio amorfo se ne è applicata una stesura, sia sul retro del dipinto, sia sul supporto, con l’aiuto di un rullo di gomma si è fatta uscire l’aria e l’eccesso di pasta adesiva rimasta fra il supporto e l’affresco che è così attaccato al supporto. |